9h da sola.
9h a combattere e discutere con il mio cervello cercando il senso giusto per ripiegare la cartina dei miei pensieri.
Le cartine non si ripiegano mai come erano quando le hai aperte, nuove intonse.
Per questo 9h mi son servite tutte.
E ho capito perchè lo faccio, che è già qualcosa. Se il mio cervello dubita del fatto che io ci possa riuscire allora val la pena provarci. Ed eccomi qui ancora a far 51k su e giù su un tracciato non mio, “tutto corribile” direbbero quelli forti, “se hai fiato e gamba” rispondo io. Ma io non ho fiato e nemmeno gamba e non credo di essere fatta per “andare veloce”. Non sono allenata e non mi alleno per quello, mi mette ansia, mi fa stare col fiato sospeso.
«e allora perché vai a far le gare?» direbbe chiunque sano di mente.
Perché è una sfida mia, perché talvolta una parte di me crede che io non sia in grado e l’altra parte, invece, lotta per mettere a tacere la prima. Avrei bisogno di uno psicologo probabilmente, invece faccio km.
E così, ho bruciato la mia prima partenza realmente da sola, la mia prima gara completamente da sola, senza nessuno che potesse spingermi o motivarmi, ma sola con quella parte di me che non credeva nella riuscita.
E ho scoperto un’altra cosa.
Mi piace da morire.
Le due stronze se la giocano nella mia testa e io corro, su e giù, finché perdono fiato anche loro e smettono di parlare.
Stanno zitte… e lì ci si gode il silenzio. Dura poco…
Il tempo di arrivare al traguardo, dimenticare la fatica fatta e sorridere, perché alla fine la prima delle due aveva torto:
io lo posso fare, se voglio farlo.
DUE ROCCHE ULTRATRAIL ⛰51k 🔺2660D+ ⏱9h
Che figa che sei!